Noi aspettavamo il buio per riderci in faccia:
di braccia neanche le nostre per salvaguardare
le tracce sbiadite della distanza, come stupite
canaglie noi si imparava reciprocamente a guardarci le spalle
(più spesso quelle di qualche intruso, nel caso improvviso
spuntassero piume) e ci si imbrattava i calzini di polvere.
Ora a guardarci da dietro in giro è rimasta la soglia
dell’evidenza e a noi –che eravamo quasi democratici
solo l’equivoco dello stupore a ricordarci con quante cure
si tenesse nascosta la sola certezza
di un’ineguale disattenzione e di un’identica scorrettezza.
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