Cammino e non lascio ombra...

Cammino e non lascio ombra o mi piacerebbe:
di una vita eventuale, egotapsolvo e festa

finita di questa, da risolvere, iconizzante e impropria,
dall’inizio alla fine.

“Mi dolgo costantemente, tolgo
tormento da ogni occasione”

(da ogni occasione o cado o distolgo
il viso, abusivamente).

E sento il peso sull’avambraccio dell’amputazione
di un falcone che non ritorna

(o aggiorna, dall’ultimo piano,
la data della partenza).

Nell’altra mano dipano un numero
di Avogadro di continenza,

che fa per il peso atomico appena una mole
ridicola di lavoro o magari solo

energia potenziale. Rischio di perdere stabilmente
il colpo- ma il corpo (l’amata salma),

benché sensibile, preferisco
passarlo a ritirare con calma-

Cammino e non lascio orma e mi sembrerebbe
plausibile, se non fosse l’odore

di muffa a far rinvenire gli ospiti…
(costi quello che costi bisognerà pure

invitare un cretino qualunque
a spiegarci questo mistero del principio di Heisenberg!).

Ma è uno strano punto di vista.
E il calcolo mi ricatta (ritratta),

si tratta certo di una semplice svista
-un’Epsilon scelta piccola a piacere…-

Il problema più grosso è che continuo ad andare
e scarto, verso il rosso.

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